LOGOANDREADEPALMA
Facebook
LinkedIn
Instagram
  • Corsi e consulenza
  • Chi sono
  • cosa BERE
  • dove MANGIARE
  • cosa CUCINARE
  • dove ANDARE
  • Food & Wine NEWS
  • Contatti

Dove sta andando e come è cambianto il vino: ce lo dice Angelo Gaja riassumendo tutto in tre perle di saggezza…

27 Settembre 2017Andrea De Palma

Incontri che lasciano il segno. Questo è il sunto del magnifico incontro avuto con un uomo saggio, che poi è un noto personaggio del vino non conta. Avevo sempre sentito parlare di lui e del suo vino, ma non conoscevo né uno né l’altro.

Conoscere entrambi in un solo colpo mi ha segnato positivamente. A riguardo del vino, conosco abbastanza bene il Barbaresco in genere, ma leggere le note delicate ma incisive di Gaja, mi hanno fatto riflettere sulla leggiadria ed eleganza dei grandi vini.

Per quanto concerne Angelo; sono persone che vanno ascoltate il religioso silenzio, carpire ogni cambio di  frequenza della sua voce e coglierne l’essenza fra le righe.

In quella sera ho potuto vedere anche persone che, pur avendo tanto, hanno concesso molto di loro, sia lui che la moglie Lucia (preoccupata delle temperature di servizio durante una degustazione presso Borgo Egnazia di cui ho già scritto).

Angelo Gaja in Puglia presso Borgo Egnazia: una lezione di vita per tutti “Less is more” 6 marzo 2017

 

Devo ammettere che mi sono sentito molto piccolo, ma ne sono uscito arricchito.

Qui di seguito c’è un magnifico contributo di angelo su vino: come è cambiato e dove sta andando e come migliorarsi per affrontare dei mercati sempre più esigenti.

Buona Lettura…

Angelo Gaja e Andrea de Palma

 

CAMBIAMENTI

Sono almeno tre i cambiamenti significativi avvenuti nel mondo del vino negli ultimi decenni.

  1. Perdita della funzione alimentare.

Ovunque nei paesi produttori il vino da bene alimentare che era, ha assunto la funzione di bene di lusso, indipendentemente dal prezzo, perché non indispensabile, non di prima necessità. Il paese più preparato ad affrontare la transizione fu la Francia che al vino bevanda di lusso aveva sempre riservato una minuscola nicchia. Mentre per l’Italia, il passaggio è stato culturalmente più faticoso da affrontare per le molte strutture, regolamenti e resistenze che traevano ispirazione dalla funzione alimentare.I beni di lusso richiedono tecniche di vendita diverse: occorre mettere in atto azioni di marketing appropriate, aggressive e continue nel tempo anziché accontentarsi della vecchia strategia rinunciataria e perdente del prezzo basso. A cosa serve il marketing? a fare sì che un bene venga preferito ad un altro non tanto per il rapporto qualità/prezzo, quanto per altri valori apprezzati dal consumatore: aver conosciuto il produttore, condividerne i progetti, riconoscerne la dedizione alla qualità, riporre fiducia nella denominazione e nel marchio, popolarità, notorietà, novità, rarità, storia, prestigio,… che in parte possono anche essere costruiti artificiosamente, ma è sviante diffidare sistematicamente della parola marketing; perché quando è sano e corretto consente di consolidare il legame con i consumatori, dare più visibilità ai marchi aziendali e recuperare valore aggiunto.

  1. Il cambiamento climatico.

E’ divenuto un tema di grande attualità ed i rimedi per contrastarne gli effetti sono stati ampiamente dibattuti. Non mi appello al “mal comune, mezzo gaudio”, però ad oggi è possibile osservare che altri paesi stiano peggio dell’Italia. Giacomo Tachis, il padre dei consulenti vinicoli italiani, usava dire che “il vino ama il respiro del mare”. Il nostro paese, con 8.000 chilometri di fascia costiera, è molto più favorito della Francia e della Spagna; gode di una orografia che lo rende ricco di acqua (ne vendiamo anche miliardi di litri in bottiglia).

La conformazione collinare consente di elevarsi di quota, alla ricerca di climi più freschi (cosa che non può fare Bordeaux). L’Italia annovera un ampio numero di varietà di maturazione tardiva, che il cambiamento climatico penalizza meno di quelle precoci delle quali la Francia è ricca. L’annata 2017 insegna, per chi vuole imparare, le misure di contrasto da adottare.

  1. I vini varietali.

Diversi paesi extra-europei, da potenziali importatori di vino che erano, si attrezzarono per diventare produttori. L’avvio lo diedero gli Stati Uniti che si ispirarono alla Francia. Presero ad impiantare vigneti delle varietà Cabernet, Merlot, Chardonnay e poche altre. L’esempio degli Stati Uniti fu ben presto seguito da Cile, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Israele, … (sulla stessa strada si sta avviando la Cina), i quali fecero crescere la produzione con l’obiettivo dapprima di consolidare la domanda sui rispettivi mercati interni e poi diventare anch’essi paesi esportatori.

Tutti a produrre vini dalle poche identiche varietà francesi, quelli che con malcelato disprezzo definiamo di gusto internazionale. Questi vini godono sui mercati extra- europei di crescenti vantaggi: portano nomi varietali, pochi e facili da memorizzare; a farne crescere la domanda contribuiscono congiuntamente tutti assieme i paesi del nuovo mondo; costruiscono assuefazione al gusto specie tra i nuovi consumatori; sono sostenuti da un marketing aggressivo e differenziato; le cantine che li producono non godono di sostegno pubblico, così la selezione degli imprenditori capaci di stare sul mercato è più efficace.

L’Italia invece si trova nella condizione di essere l’unica nazione a produrre e costruire domanda su vini derivanti da alcune centinaia di varietà storiche, coltivate esclusivamente nel nostro paese, che danno origine ad oltre 520 denominazioni. Si avvertono così oggi segnali di inquietudine a causa di un mercato estero divenuto più competitivo.I cambiamenti ai quali ho accennato creano difficoltà e problematiche nuove per affrontare le quali occorrono apertura mentale, capacità di osservazione, disponibilità ad assumere il rischio di impresa, applicazione di nuove strategie, investimenti.

Anche i produttori medio – piccoli (gli aggettivi fanno riferimento alla dimensione aziendale) ne hanno consapevolezza e molti tra essi sono in grado di accogliere la sfida. Il sostegno che essi sono in grado di offrire al successo del vino italiano viene spesso sottovalutato: l’idea che i produttori medio piccoli costituiscano una palla al piede per il vino italiano è profondamente sbagliata. Essi sono spesso capaci di pensare diverso, di esplorare strade nuove, e lo fanno con capitali propri ed a proprio rischio senza succhiare denaro pubblico; se avranno successo forniranno utili esempi. Lo fecero in passato Ferruccio Biondi Santi, Mario Incisa della Rocchetta, Edoardo Valentini, ... Numerosi quelli che lo stanno facendo ora. Per questa ragione svolgono una azione sinergica e complementare a quella dei produttori di grandi volumi.

Furono principalmente i produttori medio-piccoli, nei decenni sessanta, settanta ed ottanta, con la loro dedizione alla qualità, a contrastare la dilagante frode commerciale, gli scandali, l’immagine di assoluta modestia che sui mercati esteri veniva attribuita al vino italiano. Dopo di allora però la burocrazia crebbe a dismisura, si accanì, e sono i produttori medio – piccoli a soffrirla maggiormente, proprio quelli che andrebbero sostenuti, recuperati. Per favorire la crescita del vino italiano è indispensabile allentare l’abbraccio soffocante della burocrazia e rimuovere le molte ruggini accumulate nel tempo. Affinché non svaniscano gli effetti delle misure introdotte recentemente dal Testo Unico occorre accelerare l’approvazione dei decreti attuativi; ad ostacolarne il percorso sono però le associazioni di categoria che difendono accanitamente i propri interessi e preferiscono lo stallo a soluzioni che non le favoriscano.

I produttori medio – piccoli potrebbero farne le spese. Cinquant’anni fa’ si decise che il settore vitivinicolo dovesse essere sostenuto con forti iniezioni di denaro pubblico: per tutelare la funzione alimentare del vino e sottrarre i viticoltori dalle grinfie dei commercianti che dominavano il mercato dell’uva. I cambiamenti sopraggiunti sono stati profondi. L’assistenzialismo ad oltranza non è più una esigenza come allora, crea distorsioni al mercato ed alimenta interferenze politiche. Per questo motivo occorre fare appello al principio della trasparenza.

A quanto ammonta annualmente il sostegno pubblico al comparto viti-vinicolo italiano? a quali settori ed in quali misure viene assegnato? Chi sono le cantine che utilizzeranno mosto concentrato o zucchero d’uva nell’annata 2017? quando ovunque in Italia la pratica di correzione dei mosti non è necessaria. Dovremmo imparare ad indignarci nel 2018 allorché verremo ad apprendere di cantine che venderanno all’ingrosso, agli imbottigliatori, volumi di vino italiano dell’annata 2017 a meno di un euro al litro, quando il calo di produzione nazionale potrebbe superare il 30% (i loro vigneti stanno sotto un altro cielo?). Che interesse ha l’Italia a gareggiare per il primato della quantità annuale di produzione di vino, confortati come è vero che sia anche di buona qualità, e poi apprendere che all’export viene venduto ad un prezzo medio al litro che è uno dei più bassi al mondo?

Angelo Gaja Settembre 2017

Da ufficio stampa di Angelo Gaja

Tag: Gaja
Post precedente Madonnella il Trebbiano d’Abruzzo Doc 2014, di Mimmo Pasetti: fedele interprete di un territorio tutto da scoprire a Capestrano (Aq) in Abruzzo… Prossimo Post Tutti a Roma per il premio Miglior Chef Emergente d’Italia 2017 e Festival della Gastronomia – Officine Farneto 7-8-9-10 ottobre 2017

Articoli recenti

  • Pizzeria da Michele a Bari: aspettativa e tradizione rispettata…
  • Rosa-ae il Cerasuolo 2018 di Torre dei Beati
  • Gli Stati Uniti incoronano l’Abruzzo ed i suoi vini. Abruzzo “regione vinicola dell’anno”: a San Francisco è andata in scena la cerimonia di premiazione
  • Associazione Casauria Docg – Richiesta di protezione della Denominazione do Origine Protetta dei vini “Casauria” (riconoscimento Docg) Convocazione riunione di pubblico accertamento ai sensi del D.M. 6/12/2021
  • Twine Vineria e Ristorante a Barletta (Bat): due giovani fratelli, una passione e tanta qualità…

Commenti recenti

  • Filippo Iovine su Twine Vineria e Ristorante a Barletta (Bat): due giovani fratelli, una passione e tanta qualità…
  • Angelo Goffredo su Twine Vineria e Ristorante a Barletta (Bat): due giovani fratelli, una passione e tanta qualità…
  • Emilia su Le Pallotte Cace e Ove abruzzese della famiglia Travaglini a Casoli (CH): vivere la campagna in pieno relax
  • Carol su La ricetta del Coniglio al Coppo di Pina e Berardino presso l’agriturismo Caniloro a Lanciano in Abruzzo: eccellenza della Cucina Popolare Frentana.
  • Erasmo giovanniello su IL PRIMITIVO DRUMON S 2018 di Cannito a Grumo Appula; floreale e ricco di frutto nei profumi; morbido e avvolgente al gusto…

Archivi

  • Febbraio 2023
  • Gennaio 2023
  • Dicembre 2022
  • Novembre 2022
  • Ottobre 2022
  • Settembre 2022
  • Agosto 2022
  • Luglio 2022
  • Giugno 2022
  • Marzo 2022
  • Febbraio 2022
  • Gennaio 2022
  • Ottobre 2021
  • Settembre 2021
  • Agosto 2021
  • Luglio 2021
  • Giugno 2021
  • Maggio 2021
  • Maggio 2020
  • Aprile 2020
  • Marzo 2020
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Agosto 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Agosto 2018
  • Giugno 2018
  • Maggio 2018
  • Aprile 2018
  • Marzo 2018
  • Febbraio 2018
  • Gennaio 2018
  • Dicembre 2017
  • Novembre 2017
  • Ottobre 2017
  • Settembre 2017
  • Agosto 2017
  • Luglio 2017
  • Giugno 2017
  • Maggio 2017
  • Aprile 2017
  • Marzo 2017
  • Febbraio 2017
  • Gennaio 2017
  • Dicembre 2016
  • Novembre 2016
  • Ottobre 2016
  • Settembre 2016
  • Agosto 2016
  • Luglio 2016
  • Giugno 2016
  • Maggio 2016
  • Aprile 2016
  • Marzo 2016
  • Febbraio 2016
  • Novembre 2015
  • Ottobre 2015
  • Agosto 2015
  • Luglio 2015
  • Giugno 2015
  • Maggio 2015
  • Marzo 2015
  • Gennaio 2015
  • Maggio 2014

Tag cloud

Abruzzo Aglianico Aglianico del Vulture Basilicata Biondi Santi bollicina Bombino Bianco Borgo Eganzia Borgo Egnazia Campania Castel del Monte Centorame Cerasuolo CORONE Cucina Frentana Falanghina Fiano Gioia del Colle Greco di Tufo Guida Vini Buoni d'Italia Locanda di Beatrice Manduria Massimo di Cintio Meet in cucina Merano Merano Wine Festival Montepulciano Murgia Negroamaro Nero di Troia Passerina Pecorino Polvanera Primitivo Primitivo di Manduria Puglia Rosato San Severo Spumante Tintilia Torre dei Beati Trani Trebbiano Vinibuoni Vulture
© Andrea De Palma - E-mail: info@andreadepalma.it - Cell. 330324421